IL MIO TERZO TT RACE 2013 
 
Finalmente, dopo quattro lunghissimi anni ho avuto la possibilità di ritornare sull’Isola dei miei sogni cercando d’alleviare i benevoli malanni alla mia piacevolissima ed inguaribile “TiTTiite”. I soli rimedi per poterla curare al meglio, senza ahimé riuscire a guarire, è l’andare una volta l’anno nelle due settimane a cavallo, tra maggio e giugno, nel bel mezzo del mare d’Irlanda sull’Isola di Man (UK). E’ possibile lenire gli acciacchi, semplicemente guardandosi ogni tanto un “DVD ON BIKE” o rileggersi un libro di Mario Donnini o del compianto Roberto Patrignani, ma non è lo stesso. Paragonando il tutto ad un’ipotetica proporzione potrei senz’altro affermare che il TT vissuto sull’Isola sta al DVD guardato in salotto come le cure termali inalatorie per la sinusite stanno ad un qualsiasi altro spray nasale. 
Sono stato felice d’esserci andato assieme a mio figlio, col quale abbiamo condiviso una magnifica avventura, vissuta meglio del nostro piano più ottimistico. 
Abbiamo preferito partire dall’Italia in aereo e pertanto, nel pomeriggio di Domenica 2 giugno siamo decollati dall’aeroporto di Orio al Serio per raggiungere Manchester, una città per entrambi significativa perché  legata ad un episodio sostanziale e personale della nostra vita, perché qui vive lo “Special One”, una persona che è per noi è specialissima sotto ogni profilo e che rimarrà per sempre nel nostro cuore e nei nostri pensieri. L’arrivo a Manchester dopo un viaggio senza alcun problema è stato puntuale. Essendo ormai sera, data la stanchezza, ci siamo limitati alla  sistemazione in hotel non prima aver cenato in un bel locale. Abbiamo di proposito omesso di visitare la città, giusto per avere la scusa di visitarla al ritorno dall’Isola, dato che l’aereo di ritorno sarebbe ripartito sempre da Manchester il giorno 9. Il giorno successivo, lunedi 3 giugno, prima di dirigerci in treno per Liverpool, abbiamo scoperto che era impossibile pernottare a Manchester tra l’8 ed il 9 giugno in quanto ogni hotel era completo. Proprio in quel week-end era previsto il concerto di Rod Stewart al “Manchester Arena” e pertanto ci siamo rassegnati, contrariamente ai nostri piani, che non avremmo avuto la possibilità di visitare la città di Manchester con la calma voluta. Nessun problema, l’entusiasmo per arrivare quanto prima a destinazione ci ha fatto ben presto dimenticare questa piccolissima delusione e pertanto, recatici subito dopo in stazione, siamo saliti sul primo treno per Liverpool. Dopo aver attraversato le caratteristiche campagne di periferia siamo arrivati a ben presto a Liverpool, bellissima città che adoro. A Manchester l’addetto alla biglietteria dei treni mi ha colpito in positivo per l’educazione ed esempio di civiltà: senza chiedere nulla e nonostante la fila di persone dopo di noi, per sua iniziativa mi ha fatto presente che Leonardo avrebbe pagato un biglietto ridotto e che se avessi fatto contestualmente anche il ritorno per la settimana successiva (Liverpool-Manchester) avrei pagato molto meno. Sono consapevole che è una piccola cosa ma l’ho apprezzata davvero non essendo abituato a chi si prende cosi tanta cura del cliente come è peraltro consuetudine al di là della Manica; lì è la regola, da noi invece, nostro malgrado, è l’eccezione.   
A Liverpool ci siamo preoccupati di prenotare subito la camera per la notte di sabato 8 giugno in prossimità del porto. Subito risolta l’incombenza, ci siamo catapultati direttamente al porto per fare i biglietti della nave e salire sulla prima nave utile ma con amara sorpresa abbiamo appreso che prima delle 18,00 non ci sarebbe stata una nave disponibile a portarci a Douglas. Nessun problema, anzi, l’occasione si è rivelata propizia perché ci ha dato la possibilità di bighellonare per 7 ore in giro per la City come dei “turisti per caso”. L’abbiamo girata in lungo ed in largo siamo anche saliti su uno di quegli autobus scoperti che ci ha portati, con apposita “guida”, in giro per tutta Liverpool. Leonardo ha molto apprezzato ed insieme ci siamo proprio divertiti. Lì al porto abbiamo incontrato tanta gente felice di ritorno dall’Isola per aver vissuto “in diretta” la settimana di prove al TT, anche se in alcuni di loro si percepiva anche un velo di tristezza perché erano oramai giunti al termine della loro avventura, diversa per ognuno. Noi invece, tutti gasati, siamo arrivati tra i primi all’imbarco e puntualmente siamo saliti a bordo della nave scegliendoci una poltrona “strategica” (per toilette poco distante, bar e shop a portata di mano, nessuno di fronte e quindi con la possibilità di allungare le gambe e vista panoramica esterna). Giunti a Douglas, ci siamo fatti una passeggiata rilassante con il nostro comodo trolley sino all’albergo, anticipatamente scelto perché proprio sulla promenade di Douglas. Il lungomare ci è apparso subito pieno di gente, intensamente illuminato da luci coloratissime, piacevolmente rumoreggiante da melodiosi scarichi d’orchestre miste composte da favolosi strumenti a due ruote con terminali Akrapovic, Zard, Leo Vince, T.O.R. (Triumph Of Racing), Termignoni…ecc. ecc. 
Tutto fantastico!!! Giunti in hotel siamo stati accolti con il consueto garbo dalla receptionist che ci ha assegnato una bella camera proprio sulla promenade, all’ultimo piano. La camera era bellissima e strategicamente perfetta; l’unica pecca è che risultava meno silenziosa delle altre ma d’altronde, eravamo al TT e non doveva mica essere una vacanza rilassante . 
Leo si è subito calato nei panni del “duro” e nonostante fossero già oltrepassate le 22,00 (23,00 italiane) mi ha convinto a scendere in strada per spararci un hot dog di quelli che fanno all’Isola e poi, per digerirlo, siamo andati a testare alcune attrazioni del luna park proprio di fronte al nostro hotel. Ci siamo divertiti tantissimo nel simulatore di guida, pensando di essere a bordo della moto guidata da “The King”, ovvero il mitico Joey Dunlop. Per chi conosce la sua storia ometto di descrivere la vastità dell’uomo e del personaggio; per chi fosse invece interessato a conoscere la sua immensa storia segnalo invece l’ultimo bellissimo libro del grande giornalista sportivo Mario Donnini intitolato: “Joey Dunlop — Il Re del Tourist Trophy” — “La Leggenda e l’Uomo”. Veramente un “Must” che ho divorato il giorno stesso che mi è stato regalato dal mio grande amico e pilota del TT William Cavazzini, meglio conosciuto come “the Gentlemen Rider”. 
Il giorno 4, giornata senza gare, ed appena alzati, dopo una “robusta” colazione, ci siamo diretti subito al paddock a respirare un po’ “d’aria buona” in mezzo a moto, piloti, bancarelle e quant’altro ad essi riconducibile. Dopo una settimana di prove svolte sotto la pioggia, siamo arrivati a Douglas fortunatamente con la tanto attesa alta pressione che ha deciso di premiare tutti noi sull’isola, dandoci le premesse per l’avvio di una settimana fantastica sotto ogni profilo. Sul posto erano già arrivati dal sabato precedente anche nostri amici fiorentini Sirio ed Enrico e quindi abbiamo potuto incontrarci per raccontare ed ascoltarli ma soprattutto per vivere insieme e nel migliore dei modi i successivi giorni sull’isola. 
Abbiamo incontrato e ci siamo fatti autografare la giacca di Leo, la leggenda vivente John Mc Guinness, l’oramai diventato “Grande” Michael Dunlop, Michael Rutter e tanti altri. Al contrario, non ho apprezzato invece l’atteggiamento presuntuoso di Guy Martin che, al contrario, nel corso degli anni mi era sempre sembrato molto umile, allegro, vicino ai tifosi, sorridente e contento di posare assieme ai tifosi regalando autografi a tutti; quest’anno è apparso cambiato: tanta gente sotto il sole per tanto tempo ad aspettarsi uno sguardo, un sorriso, un autografo od una foto ed invece lui, di spalle è sembrato estraneo alla situazione come se nessun’altro gli fosse attorno. Magari aveva semplicemente le “p….” girate, però ho avuto l’impressione si sia montato anche un pelino la testa. 
Giunti a sera, dopo un lungo girovagare per l’isola, primo appuntamento che successivamente diventerà fisso, al ristorante “Alessandro’s” il quale, dopo il consueto benvenuto ci ha fatto accomodare al nostro tavolo servendoci ogni abbondante prelibatezza con la solita cortesia che contraddistingue Lui ed i suoi collaboratori. 
Mercoledi 5 giugno, giornata di gare e con Leo, Sirio ed Enrico decidiamo d’andarle a vedere a Ballagarey Corney. Un punto spettacolare dove appena dopo una piccola esse le moto, impennando si buttano in discesa a velocità difficili da immaginare. Le gare sono state come sempre emozionanti, aiutate da un delizioso sole che ci ha regalato una piacevole abbronzatura. Abbiamo ammirato un Michael Dunlop in piena forma che ha dominato da autentico mattatore, un Mc Guinness che, seppur a secco di vittorie, appariva determinatissimo a rimandare la sua ennesima vittoria nella gara più importante del successivo venerdi. 
Il giovedi 6 giugno è stato dedicato completamente al relax, allo shopping ed al turismo lungo l’isola. Siamo saliti sul vagone trainato dal cavallo che porta i turisti dal porto di Douglas alla Stazione, percorrendo tutta la promenade. Abbiamo fatto delle belle foto e naturalmente abbiamo apprezzato ogni bellezza dell’isola. Come ogni sera da “Alessandro’s” a ristorarci divinamente per poi passare la serata lungomare tra il luna park e le innumerevoli attrazioni organizzate appositamente per il Festival. Con Sirio ed Enrico ci diamo appuntamento al giorno successivo per andare a vedere insieme la gara più importante, in fondo alla discesa della “esse” di Union Mills. 
Venerdì 7 giugno puntualmente ci rechiamo nella località prescelta. Per me è la prima volta dato che negli ultimi due TT (2008 e 2009) il venerdì avevo preferito vedere la gara a Bray Hill. Sinceramente, se fossi stato solo sarei andato nuovamente a Bray Hill, ma alla fine è stato sicuramente meglio andarsene ad Union Mills. La gara, che è partita regolarmente alle 14,00, ha visto passare i primi ad un’andatura paurosa. Purtroppo dopo qualche minuto la gara è stata sospesa per un gravissimo incidente avvenuto lungo la paurosa discesa di Bray Hill: un pilota appena partito ha perso il controllo della propria moto e quest’ultima ha fermato la sua corsa dopo aver falciato dieci persone, alcune delle quali in modo grave. Il pilota è rimasto illeso e fortunatamente non ci sono state vittime. Ho successivamente riflettuto e concepito che, il vedere la corsa ad Union Mills sia stata un’ottima scelta. Dopo qualche ora la gara è di nuovo ripartita regolarmente ed i piloti ci sono sfrecciati davanti come delle saette per 6 giri rendendo questa gara spettacolare come al solito, anzi, di più. Ha trionfato la leggenda John Mc Guinness che ha battuto con il coltello tra i denti Michael Dunlop che quest’anno aveva già vinto 4 TT. Mc Guinness è partito a razzo con il numero 3 ed ha subito raggiunto James Hillier rosicchiandogli subito i secondi che li dividevano. Lo stesso ha fatto Michael Dunlop andando a raggiungere Bruce Anstey che era partito davanti a lui. E’ stata praticamente una gara tra Mc Guinness e Michael Dunlop, tallonati per 5 giri rispettivamente da James Hillier e da Bruce Anstey. Hanno spinto come degli indemoniati ed alla fine il terzo posto è andato per pochissimo a Bruce Anstey solo perché nel tratto di montagna Mc Guinness consapevole di avere già vinto, aveva preferito rallentare, andando inconsapevolmente a rendere più lento anche Hillier che lo seguiva. Tutto spettacolare ed, eccetto l’incidente a Bray Hill, l’ultima gara non ha tradito le aspettative di ognuno di noi. 
Dopo l’emozione vissuta per l’ultima gara del Festival, si lascia spazio al rammarico che la vacanza è oramai agli sgoccioli e si deve per forza ritornare a casa. Sono ormai le 18,00 ed i nostri amici Sirio ed Enrico devono correre a prendere le valigie perché hanno la nave che li riporterà a Liverpool dopo qualche ora. Io e Leo invece abbiamo ancora una notte da passare a Douglas perché la nostra nave partirà nel primo pomeriggio del giorno successivo. Ci salutiamo dandoci un arrivederci in Italia quanto prima (sarà poi sabato 17 agosto in un bel posticino sulle colline parmensi in ottima compagnia pure con William Cavazzini ed Alessio Corradi and friends) ed intanto, dopo una bella doccia, ritorniamo a rifocillarci da “Alessandro’s”. 
Sabato 8 giugno ci prendiamo un’intera mattinata di relax aspettando il passaggio dal morning all’afternoon per ritornare al porto dove la nave ci riporterà a Liverpool. Traversata come al solito comoda e rilassante dopo aver dato un caloroso “arrivederci” all’Isola. Durante il viaggio incuriosito dal salvagente sotto la mia poltrona, con stupore scopro e mi viene a sua volta confermato da un addetto alla sicurezza della nave, che in essi, posizionati sotto ad ogni poltrona  c’è inserito un gps autoalimentato, attivabile semplicemente con un bottone a pressione. Percependo il mio sincero sbalordimento per questa “chicca” a mio avviso stupefacente, mi ha spiegato che per loro è consuetudine che non si badi a spese purché quest’ultime vadano a beneficio della sicurezza dei cittadini. Visto che la gente lassù paga regolarmente le tasse, mi ha fatto notare che la scelta del loro Governo è quella di investire tanto denaro per la sicurezza. Una sola vita in più salvata in un ipotetico naufragio, giustifica sempre ogni spesa perché la vita vale enormemente più di qualsiasi cifra. Praticamente con questo sistema, un eventuale naufrago che si trovasse alla deriva in alto mare, attivando il gps presente all’interno del giubbotto, avrebbe la possibilità d’essere subito localizzato dalle squadre di soccorso per essere tempestivamente recuperato: mi sono sentito provenire dal terzo mondo, dove al contrario, il rapporto tasse-servizi è leggermento diverso…. 
Giunti a Liverpool andiamo subito nell’albergo prenotato il lunedi prima. Una volta lasciata la valigia andiamo a spasso un po’ in giro per la città senza fare troppo tardi. 
Domenica 9 giugno si riparte per Manchester in treno con la prospettiva di visitarla il più possibile prima di prendere il volo di ritorno per l’Italia. Abbiamo appuntamento in Stazione con la Persona Speciale. Dopo aver trascorso qualche ora insieme dopo 8 anni che non ci si vedeva, le piacevoli emozioni vissute ci hanno appagato senza farci sentire la necessità d’andare ulteriormente in giro per Manchester e pertanto abbiamo preferito dirigerci con un certo anticipo verso l’aeroporto, per aspettare l’aereo per “come back in Italy”. Il tempo trascorso all’aeroporto prima del volo ci ha permesso di fare la conoscenza spontanea con altre persone che erano state come noi sull’Isola e che erano in transito provenienti direttamente dal piccolo aeroporto di Douglas per varie destinazioni. Un’australiano ad esempio ci ha detto che con lui c’era anche il velocissimo pilota Cameron Donald ma non siamo riusciti a vederlo perché forse era a bersi una “pinta” da qualche parte. C’era poi una coppia di ragazzi di Modena al loro primo TT, anche loro di ritorno; ci hanno raccontato la loro brutta esperienza del venerdi dato che erano a vedere la gara proprio a Bray Hill e per un soffio non sono stati centrati dalla moto volata via senza controllo. 
Alle 20,00 circa, seppur con un leggero ritardo, l’aereo è decollato con noi per l’Italia. Anche stavolta è stata una breve ma intensa vacanza. Leonardo ha volato per la prima volta ed ha fatto il suo primo viaggio “lungo” lontano dalle attenzioni della propria Mamma. Con mia sorpresa, dopo qualche giorno Leonardo mi ha detto con gli occhi lucidi: “Papà, ritorniamo al TT anche il prossimo anno”!!!! Ho fatto finta di non aver capito e non ho risposto. Dentro di me però ho pensato: “Credimi figliolo, farò il possibile anche se preferirei andassi invece a Disneyland. Spero solo che almeno Tu possa avere gli anticorpi giusti per rimanere immune da questa mia bella malattia cui sono affetto da tempo, la TiTTiite….”  
W l’Isola di Man, W il Tourist Trophy, W i Piloti eroici che corrono al TT, W i tanti Marshall che permettono lo svolgimento in sicurezza di tutte le gare del TT. 
Arrivederci Douglas!!!!! 
Renzo Capodacqua - Parma 
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